a cura di Padre Giuseppe Sinopoli |
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PREMESSA
La figura del Padre Antonio ha incominciato a coinvolgermi in modo sempre più sensibile dal giorno in cui il Sindaco di Olivadi, Vittorio Lupis, mi ha chiesto di presentare l’Anno doloroso di Maria nel corso della celebrazione del convegno «Su la storia di Olivadi attraverso la vita e le opere del Ven. Padre Antonio da Olivadi e di Padre Ludovico Gemelli»1.
Onde preparare al meglio la conferenza mi sono premurato di conoscere la sua personalità attraverso la lettura dell’Autobiografia e, soprattutto, delle due opere giunte fino a noi, e cioè: l’Anno doloroso di Gesù e l’Anno doloroso di Maria. E man mano mi addentravo, in punta di piedi e con molta umiltà, nella sua vita sentivo nel mio cuore prendere forma e corpo sentimenti di profonda ammirazione ed edificazione. Nello stesso tempo incominciavo ad avvertire un forte desiderio di farlo riscoprire anche agli altri, magari con l’ausilio di qualche scritto.
C’era però un ostacolo da superare: il perpetuo silenzio sulla sua persona imposto da Roma con l’interruzione del processo di Beatificazione. Ma il ritrovamento nella Cattedrale di Squillace delle reliquie del Venerabile, annunciato dall’Arcivescovo Mons. Antonio Cantisani come «un evento che a ragione è stato definito un segno, un messaggio, una luce, perché è proprio alla luce di questo grande Cappuccino, del quale – se sarà possibile – continueremo a chiedere all’autorità del Sommo Pontefice la dichiarazione ufficiale della santità, che possiamo comprendere davvero qual è la vera Chiesa di Gesù Cristo»2, mi ha incoraggiato a percorrere questa strada, coltivando la speranza di risvegliare nell’uomo di oggi nuovi stimoli di ricerca storico-socio-culturale e, soprattutto, rinnovata devozione, sull’esempio del Padre Antonio, al Crocifisso che «porta non solo a sentire più urgente il bisogno di conformarsi al Christus patiens ma anche di scoprirlo e di amarlo in tutti i “crocifissi” della storia, facendo dei poveri, dei deboli, degli emarginati, degli oppressi la ragione della nostra esistenza»3.
Il libro si sviluppa in nove capitoli. Nel primo viene presentata brevemente la città di Olivadi che ha dato i natali al Venerabile Padre Antonio. Nel secondo viene tratteggiato il tempo in cui visse. Nel terzo si propone un profilo biografico del Venerabile, attingendo prevalentemente alla sua Autobiografia. Nel quarto e nel quinto si cerca di ripercorrere le tappe esperienziali e caritative più significative del suo ministero apostolico. Nel sesto si sottolinea l’impegno del religioso, anche attraverso gli scritti, nella promozione e nella diffusione della devozione alla Passione di Gesù e di Maria. Nel settimo si narrano gli ultimi giorni della sua vita terrena. Nell’ottavo si cerca di rivivere l’emozione del ritrovamento dell’urna con i suoi resti mortali e del vaso d’argilla con terriccio e frammenti di indumenti, e della loro ricognizione e ricomposizione nella Cappella del Crocifisso della Cattedrale di Squillace. Nel nono viene presentata, sia pure in modo assai essenziale, l’Autobiografia, accennando anche a qualche parere di non autenticità. Si chiude con una serie di appendici, riproducenti i documenti che disponiamo, olografi e non, consentendo così al lettore di accedere direttamente alle fonti, fornendogli un buon strumento di verifica e di ulteriore ricerca.
D’altronde, i miei intenti non erano solo quelli di presentare la figura del Padre Antonio di Olivadi, ma anche di stimolare nuovi interessi che, alla luce del materiale documentale e fotografico, possano contribuire a dilatare l’orizzonte della conoscenza del Servo di Dio e, con esso, a riaprire il processo di Beatificazione.
Espressioni di riconoscenza vanno al Rev. Sac. Don Bruno Sodaro e al Professore Domenico La Torre per la loro preziosa consulenza storico-fotografica, all’onorevole Guido Rhodio e al Padre Domenico Gigante della Fraternità Cappuccina di S. Anna in Foggia per aver messo a mia disposizione importanti reperti documentali, all’ing. Giuseppe Paolo Macrì per il suo contributo artistico e ai confratelli Padre Eugenio Barbieri e Padre Bernardino Gualtieri per la lettura ortografica delle bozze.
Un sentito grazie, infine, all’Amministrazione Comunale di Olivadi, guidata dal Sindaco Vittorio Lupis e dalla sua Giunta nelle persone di Fruci Pietro, assessore allo sport, e Domenico La Torre, assessore alla P. I., per la sensibilità dimostrata patrocinando la pubblicazione di questo volume.
Padre Giuseppe Sinopoli
NOTE
1Si è celebrato al Teatro «Sant’Elia» di Olivadi il 19 agosto 1995. Hanno relazionato, dopo il saluto del Sindaco Vittorio Lupis: Senatore prof. Saverio Di Bella: «La Calabria nei seicento e nel settecento»; Padre Luigi Maierù, Ministro Provinciale dei Cappuccini di Cosenza: «Padre Ludovico Gemelli e la gioventù del tempo»; Padre Giuseppe Sinopoli: «L’Anno doloroso di Maria»; Don Vincenzo Custo: «La comunità parrocchiale di Olivadi centro di vita spirituale»; ha concluso i lavori il prof. Domenico La Torre, assessore alla P. I. Un altro convegno Sulla vita e le opere del Venerabile si era già svolto, sempre al teatro «Sant’Elia», il 18 agosto 1991, prendendo lo spunto dall’Autobiografia: «Il vero Padre, che è il Signore, mi chiama alla sequela di S. Francesco ed io debbo ubbidire». Questi i relatori: Prof. Domenico La Torre: «Significato e importanza del convegno»; Padre Giocondo Leone: «Le origini dei Cappuccini»; Padre Francesco Mazzeo, Ministro Provinciale dei Cappuccini di Catanzaro-Reggio Calabria: «Vita ed attività del Venerabile Antonio da Olivadi»; Padre Luigi Maierù: «La trasmissione delle idee nuove nei Conventi dei Cappuccini». 2 Si è celebrato al Teatro «Sant’Elia» di Olivadi il 19 agosto 1995. Hanno relazionato, dopo il saluto del Sindaco Vittorio Lupis: Senatore prof. Saverio Di Bella: «La Calabria nei seicento e nel settecento»; Padre Luigi Maierù, Ministro Provinciale dei Cappuccini di Cosenza: «Padre Ludovico Gemelli e la gioventù del tempo»; Padre Giuseppe Sinopoli: «L’Anno doloroso di Maria»; Don Vincenzo Custo: «La comunità parrocchiale di Olivadi centro di vita spirituale»; ha concluso i lavori il prof. Domenico La Torre, assessore alla P. I. Un altro convegno Sulla vita e le opere del Venerabile si era già svolto, sempre al teatro «Sant’Elia», il 18 agosto 1991, prendendo lo spunto dall’Autobiografia: «Il vero Padre, che è il Signore, mi chiama alla sequela di S. Francesco ed io debbo ubbidire». Questi i relatori: Prof. Domenico La Torre: «Significato e importanza del convegno»; Padre Giocondo Leone: «Le origini dei Cappuccini»; Padre Francesco Mazzeo, Ministro Provinciale dei Cappuccini di Catanzaro-Reggio Calabria: «Vita ed attività del Venerabile Antonio da Olivadi»; Padre Luigi Maierù: «La trasmissione delle idee nuove nei Conventi dei Cappuccini». 3 IDEM, Chiesa di Dio…, p. 114.
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